Il 2020 è un anno diverso da tutti gli altri: sarà ricordato come “anno terribile” per la pandemia che ha colpito il mondo intero, seminando migliaia di vittime e arrestando brutalmente la macchina produttiva del benessere.

Siamo ancora disorientati per l’improvvisa quanto inattesa sciagura, che non ha avuto ancora termine, ci si guarda intorno perplessi, alla ricerca di segni di speranza che la malattia sarà sconfitta e tornerà il sereno, anche se si avverte che siamo di fronte ad una svolta epocale che richiederà notevoli cambiamenti.

 

Quando non sarà più emergenza bisognerà riprogrammare il futuro per governare e non essere dominati dagli eventi, iniziando con la revisione della scala dei valori che finora hanno caratterizzato la qualità della vita.

Non possiamo certamente frenare lo sviluppo economico della nostra civiltà dei consumi, che anzi va tutelato, ma occorrerà integrarlo con l’affermazione di una civiltà dei valori umani: etica, libertà, rispetto dell’uomo e dell’ambiente, solidarietà, sostegno dell’arte e della cultura dovranno essere i parametri ai quali i cittadini e soprattutto chi li rappresenta dovranno ispirare la loro condotta.

Donatella Spadi