La mia storia

Sono una donna giovane, da almeno 60 anni. Sono nata a Roccastrada, ma dall’età di sei anni vivo a Follonica.

Sono maremmana, nata e cresciuta in questa terra “amara” solo per chi non la conosce. Una terra che amo, dove lo sguardo corre tra le colline con i suoi borghi, le sue cittadine e lo spazio infinito del mare.

Sono un medico. Lo sono diventata dopo la maturità scientifica, in un’epoca in cui si parlava di “pletora medica” che forse, oggi, rimpiangiamo. In molti mi sconsigliavano di intraprendere questa strada, perché non avrei trovato lavoro.

Medico per passione

Un viaggio iniziato in ambulanza

Ho seguito la mia passione all’Università di Siena, fin dal IV anno sono entrata in reparto a diretto contatto con i pazienti, con i quali ho sentito subito una forte empatia. Nel 1993 mi sono specializzata in chirurgia e sono tornata in Maremma, dove ho scoperto, in via pionieristica, l’emergenza – urgenza.

Alle logiche di reparto ho sempre preferito il contatto con la gente. Abbandonata l’ipotesi di fare il chirurgo e il libero professionista in flebologia sono salita a bordo di un’ambulanza per iniziare il mio viaggio professionale.

La scuola di vita del Pronto soccorso

Colline Metallifere, ma anche Castiglione della Pescaia, Scansano, Manciano. Intervento dopo intervento ho implementato le mie competenze, sono diventata medico di pronto soccorso e ho anche fatto servizio in elisoccorso.

A diciott’anni sognavo di aiutare la gente e ho realizzato questa aspirazione lavorando. Il pronto soccorso è una terra di frontiera tra la vita e la vita in ospedale. Un luogo dove si intrecciano problemi, speranze, difficoltà, aspettative, gioie e dolori di uomini, donne, giovani, anziani. Giorno dopo giorno il mio essere medico è diventato un confrontarmi con l’assistenza agli anziani, i disagi degli adolescenti, le violenze domestiche e molto, molto altro.

Dieci anni fa sono diventata responsabile del pronto soccorso delle Colline Metallifere. Un incarico che mi ha “costretta” a sviluppare anche doti manageriali, lavorando per obiettivi e confrontandomi con un budget. Ho avuto una grande squadra al mio fianco, con la quale ho lavorato, litigato, riso e scherzato. Ho avuto la fortuna di avere un direttore d’area che mi ha aiutato a crescere e mi ha permesso di esprimermi.

Tre anni fa sono stata eletta nel consiglio dell’Ordine dei Medici, dove mi sono occupata della formazione. Un impegno che mi ha portato a battere palmo a palmo la provincia e a conoscere tanti colleghi. A questa grande famiglia devo molto, come devo molto alla mia famiglia “di sangue”.

Una famiglia dalle radici solide,

tra pastori transumanti e agricoltori

Io vengo da una famiglia di allevatori transumanti, dal lato paterno, e da una contadina patriarcale da quello materno. Il legame con la terra, il forte senso del lavoro, il rispetto e l’attenzione verso gli altri vengono dai miei legami famigliari, che sono cresciuti sulla base di questi valori.

Valori che mi hanno trasmesso Francesco e Livia, il mio babbo e la mia mamma, e che condivido con mio marito Luciano, compagno di vita, di viaggi, di sogni, di progetti. Non sono madre, purtroppo, ma sono zia di Alice e Filippo, figli di mia sorella Federica e di mio cognato Luca e nonna di Miriam e Saul, figli di Chiara.

Il viaggio continua, per portare in Toscana la voce della Maremma

Sono una donna di grandi passioni. Per il lavoro, per la mia famiglia, ma anche per la letteratura, i viaggi, l’arte, la filosofia, l’ambiente. Per tutto ciò che ruota intorno all’humanitas e alla conoscenza. Ho fatto volontariato in Croce Rossa, faccio parte del Soroptimist, ho collaborato al lancio dell’Università della Libera età di Follonica.

Perché mi candido? Perché vorrei dare voce a tutti i bisogni sociali che il mio lavoro mi porta a conoscere. Per dare voce a un territorio che amo. Perché la salute fisica, la crescita economica e la sostenibilità ambientale sono tasselli dello stesso mosaico, che è quello della qualità della vita. Mi candido perché da troppi anni la sanità grossetana viene impoverita, nei suoi presidi territoriali, ma anche nell’Ospedale del capoluogo, riferimento per tutta la provincia. Una tendenza che dobbiamo invertire nell’interesse delle nostre comunità e dell’intero sistema sanitario regionale.

Vorrei mettere a disposizione della mia terra la mia capacità di coordinare una squadra, di lavorare in armonia, di prendersi delle responsabilità.

Vorrei essere un punto di riferimento per la mia terra, con la tenacia che mi ha sempre contraddistinto, facendo sentire forte la voce della Maremma in Toscana.

Donatella Spadi

La mia Storia

Ultime novità