Quello delle donne è un pianeta, pieno di cose meravigliose da scoprire. Secondo me dentro ci sono molti tesori da tirare fuori. Certo, c’è ancora molto da lavorare in questo senso.

Io sono stata una donna pioniera, in tante occasioni.

Sono stata la prima iscritta alla scuola di chirurgia a Siena e so bene cosa significa essere donna ed entrare all’interno di un ambiente completamente maschile

Sono stata una delle prime a salire sull’ambulanza per quello che non sembrava un lavoro femminile, faccio il direttore del pronto soccorso, una delle tre tra i tredici ospedali, tutte nella provincia di Grosseto.

Vado orgogliosa di aver fatto parte del progetto codice rosa, che nasce a Grosseto per una felice intuizione di Vittoria Doretti, che è diventate legge di Stato e abbiamo esportato in tutta Italia.

È un progetto che va contro la violenza sulle donne e io mi sono sempre impegnata contro quello che è il maltrattamento femminile.

C’è l’abuso sessuale, ma c’è il maltrattamento. Spesso la donna maltrattata non è la ragazzina giovane, ma è, magari, la cinquantenne che diventa invalida passando da essere un punto di riferimento della famiglia a essere, suo malgrado, un peso. Tante donne che spesso passano sotto silenzio, ma a loro dobbiamo pensare.

Non possiamo far passare sotto silenzio nessuna violenza contro le donne

Del futuro mi preoccupa il fatto di non parlare di cultura.

La mia è una generazione cresciuta nel femminismo, che leggeva avidamente Oriana Fallaci e si riempiva di ideali lottando per questi ideali

Le nuove generazioni mi sembrano disinteressate. Ho una nipote quindicenne che mi ha chiesto “Zia te che facevi quando avevi la mia età?”. Io gli ho raccontato la mia lotta, il mio essere femminista. Oggi portare i pantaloni sembra banale, ma qualcuno prima di me ha lottato e ha lottato duramente. Una risposta che ha lasciato interdetta mia nipote.

Le nuove generazioni sanno le lotte che abbiamo fatto? Sono pronte a continuare a lottare?

Da parte mia, per il mio impegno politico intendo lavorare per colmare il gap che esiste tra uomini e donne. La cosa più importante è tornare a fare cultura e ricominciare a parlare di ideali e parlare alle nuove generazioni di che cosa vuol dire essere donna.

 

Donatella Spadi