Nel quadro degli interventi volti a favorire la crescita del lavoro, senza qui entrare nello specifico delle sue dinamiche imprenditoriali, assume un’importanza strategica il potenziamento delle infrastrutture sia quelle fisiche sia quelle digitali. È dimostrato dalla storia che l’importanza economica degli insediamenti umani è sempre dipeso dal fatto di trovarsi lungo le vie di grande comunicazione. È per questo motivo che per dare maggiore impulso al lavoro nella nostra provincia è assolutamente necessario completare sia il corridoio tirrenico sia la Grosseto-Fano.

L’Aurelia da Grosseto al confine con il Lazio deve essere trasformata in una strada a quattro corsie, senza gli attuali incroci a raso. Il tratto che va da Grosseto a Rosignano, caratterizzata da continui tratti sconnessi, dovrà invece essere oggetto di importanti lavori di consolidamento e rifacimento del manto stradale per renderla percorribile in sicurezza.

Quando si parla di corridoio tirrenico dobbiamo pensare anche al potenziamento su rotaia. Avvicinare l’aeroporto di Pisa e quello di Fiumicino alla nostra provincia significa anche sviluppo del turismo. Per quanto riguarda la Grosseto-Fano devono essere completati i tratti ancora a due corsie fino al confine toscano, auspicando che anche la regione Marche faccia altrettanto.

Nell’ottica dello sviluppo dei territori interni questo non basta. Per quella Toscana diffusa, di cui tanto si parla, occorre mettere mano al potenziamento della viabilità trasversale per avvicinare l’Amiata e i territori del sud della provincia alla viabilità principale. Qui occorre risolvere il problema tra ex-provincia e regione per stabilire quale dovrà essere l’ente preposto a intervenire con i lavori. Ovviamente, nell’ambito della viabilità trasversale, non possiamo pensare a strade a quattro corsie perché dobbiamo anche salvaguardare l’ambiente del nostro meraviglioso territorio; gli interventi dovranno limitarsi, laddove possibile, a un allargamento minimo della sede stradale, al miglioramento di curve troppo impegnative e soprattutto al rifacimento del manto stradale. Sono interventi possibili e nelle zone dove sono già stati realizzati, senza avere arrecato danno all’ambiente, hanno prodotto sicurezza e piacere nella guida.

Per ultimo, ma non per importanza, occorre dare copertura digitale a tutto il territorio implementando la banda larga; le nostre imprese devono avere la possibilità di lavorare connesse con il mondo globalizzato per sviluppare la loro attività anche nell’export, la nostra sanità deve usufruire della totale copertura digitale, non ci devono essere zone buie dove le ambulanze non possono comunicare con la rete.

La considerazione finale che voglio fare è che il miglioramento delle infrastrutture coniugato a modelli di rigenerazione urbana legati non solo alle residenze ma anche alle attività lavorative, potranno creare ricchezza anche in quelle zone diffuse del nostro territorio così vasto non solo per evitarne lo spopolamento, ma in un’ottica positiva favorendone anzi il ripopolamento.

 

Donatella Spadi