Il coinvolgimento dei medici in pensione per accelerare le vaccinazioni è un tema che ci deve unire e rafforzare nella lotta contro il Covid19. Strumentalizzare questo argomento come ha fatto il consigliere Andrea Ulmi è un errore e un ostacolo sulla strada che ci deve portare fuori da questa emergenza

Ulmi sbaglia modi e tempi della sua polemica, nella quale prende a pretesto la bocciatura di una sua risoluzione per attaccare tout court l’impegno del Partito democratico. Nei giorni scorsi il Pd ha presentato una proposta di risoluzione che, tra i vari punti, impegna la giunta regionale a valutare il coinvolgimento dei medici in pensione nella campagna vaccinale, tenendo conto della progressiva disponibilità dei vaccini. L’Ordine dei medici, per quanto nelle sue competenze, sta invitando i medici a prestarsi a questo impegno.

Un impegno accolto favorevolmente anche dalle Asl. C’è quindi un fronte compatto per questa scelta che ha un valore etico, prima ancora che professionale, molto alto. La politica non dovrebbe strumentalizzare come ha fatto Ulmi, perché così si rischia di rompere l’unità di intenti che è fondamentale in una fase così delicata come quella che stiamo vivendo.

Nella risoluzione presentata nei giorni scorsi in consiglio, inoltre, chiediamo alla giunta: un impegno in tutte le sedi affinché si creino le condizioni per un aumento della produzione vaccini; di proseguire con sempre maggior efficacia e rapidità la campagna di vaccinazione; di procedere quanto prima con la vaccinazione delle persone estremamente vulnerabili; di valutare la possibilità di utilizzare AstraZeneca anche per soggetti che presentano condizioni di criticità più lievi e a rafforzare le forme di comunicazione e informazione sulla campagna vaccinale.

Questo è il tempo dell’unità e del lavoro di squadra, non delle polemiche. Soprattutto se fuori luogo e sbagliate.