Più tutela nei confronti dei professionisti sanitarie una vigilanza attiva, in ospedale, che permetta loro di lavorare al meglio senza essere minacciati o aggrediti. Il grave fatto che ha coinvolto un’infermiera dell’ospedale Misericordia di Grosseto, colpita con calci e pugni da due pazienti all’interno del setting Covid del pronto soccorso, ci deve far pensare e riflettere sulla questione della sicurezza all’interno degli ospedali.

Fatti del genere non dovrebbero mai accadere, ma purtroppo ne registriamo ogni giorno in tutta Italia. Dal 2020 gli operatori sanitari stanno lavorando duramente in prima linea per fronteggiare l’emergenza sanitaria, spesso in condizioni di lavoro precarie e di emergenza, con personale ridotto e con ore e ore di lavoro accumulate. Come se questo non bastasse, a volte, devono fare i conti con pazienti pericolosi, che si prendono la libertà di aggredirli senza remore, rendendo il lavoro dei professionisti ancora più pericoloso.

Negli ospedali serve la vigilanza attiva

Dovremo ripensare alla sicurezza del personale sanitario. Queste notizie ci fanno capire come una sorveglianza attiva sia indispensabile all’interno delle strutture ospedaliere, consentendo a tutti gli operatori di lavorare in sicurezza. Sicuramente il periodo di forte stress negli ospedali si può ripercuotere sui pazienti, ma questo non giustifica gli atti di violenza e le mancanze di rispetto verso chi, con professionalità e impegno, lavora per assicurare la nostra salute

Donatella Spadi